sabato 30 marzo 2013

Pasqua è Rinascita.

Viviamo i giorni della settimana santa. Viviamo i giorni che precedono la Pasqua. I giorni in cui, simbolicamente, si discende nelle Tenebre, nella Morte, nell'Oscurità, per poi risalire verso la Luce e la Vita.
Lungi dall'essere un rito esclusivamente cristiano, questo periodo dell'anno, rappresenta, fin dall'antichità, un momento di passaggio, in armonia con il Creato che si Rinnova e Rinasce dopo il lungo e buio inverno.
Secondo l'astrologia millenaria, ma anche secondo le tradizioni spirituali più consolidate, sarebbe questo il momento in cui ogni Nuovo Ciclo prende il via.

Approfittiamo dunque di questo momento particolare per liberarci delle Energie Morte che non ci servono più e rivestiamoci di una Nuova e Luminosa Forza.



Se abbiamo voglia, facciamo questa piccola visualizzazione, che può aiutarci:

Seduti su una sedia, con le gambe ben parallele e le piante dei piedi aderenti a terra, occhi chiusi, mani sulle ginocchia, inspiriamo ed espiriamo profondamente. Ad ogni inspiro visualizziamo una nuvola luminosa che entra dalle nostre narici e si diffonde in tutto il nostro corpo. Ad ogni espiro una nuvola grigia e densa che esce dalle nostre narici. La luce è Nuova Energia che nutre e purifica il nostro Corpo, la nostra Mente e il nostro Spirito. La nube grigia la vecchia energia, tutto ciò che è di scarto, che ci appesantisce, che esce e si allontana da noi.

Ripetiamo questa visualizzazione finchè sentiamo che ci è utile.
Non vi dirò: una, due...cinque...dieci...volte.
Decidete voi.
Ascoltatevi.
Sentite quando è sufficiente e buono per voi.
Anche questo è esercizio di auto-consapevolezza.

E Buona Rinascita!



sabato 23 marzo 2013

La meditazione del cibo.

Potrebbe sembrare strano accostare due termini così lontani, apparentemente, gli uni dagli altri.
Eppure se mi seguite vedremo insieme come "meditazione" e "cibo" possano essere e, anzi, debbano diventare, sempre più alleati nel nostro vivere quotidiano.
Si potrebbe affrontare il discorso da mille punti di partenza, ed angolature, differenti, e ciascuno di questi discorsi avrebbe un senso e una importanza vitale.
Sul legame tra cibo e meditazione potremmo discorrere per anni.
Io però ho scelto un titolo in particolare, che racchiude in se' il senso di quello di cui voglio parlare con voi oggi, che è "la meditazione del cibo".


Prima di proseguire vi faccio una domanda:
quanto tempo impiegate, solitamente, per consumare un pasto?

In base alla risposta che vi darete, saprete poi come leggere e interpretare quello che scriverò qui di seguito.
E' raro che un medico, un dietologo, un nutrizionista o uno specialista in campo alimentare, faccia questa domanda a chi ha davanti nel suo studio, eppure è un punto molto importante, dal quale partire.
Spesso, troppo spesso (aimhè) siamo abituati a mangiare in velocità, i tempi stretti degli impegni quotidiani a incalzare la nostra mente e i muscoli tesi e contratti nell'asia del "fare in fretta".
Come pensate che possa essere processato e metabolizzato, così, il nutrimento che il cibo che consumiamo dovrebbe darci?
Come diventa parte di noi, se facciamo tutto molto velocemente e quasi non ci accorgiamo di quello che stiamo mangiando?
Fisiologicamente, ci sono delle conseguenze che sono le prime e più visibili e percepibili:
mangiando in fretta ingurgitiamo tanta aria, e ci sentiamo poi gonfi e appesantiti,
mangiando in fretta non ci concediamo il tempo necessario per masticare bene, a lungo, e con attenzione, i bocconi che arrivano nella nostra bocca, e cosi la digestione diventa difficile e affannosa,
mangiando in fretta non ci rendiamo conto di quanto stiamo mangiano e perdiamo il contatto con le sensazioni interne che ci dicono quando smettere di mangiare perché sazi e "a posto" dal punto di vista nutrizionale, questo ci porta ad eccedere e ad accumulare peso in più.
Ci sono poi altri effetti che non sono visibili direttamente, ad occhio e a sensazioni "nudi", ma che si stratificano e solidificano dentro di noi con tenacia e resistenza, a meno di non porre rimedio, con la consapevolezza e l'attenzione, e con un diverso modo di approcciarsi agli alimenti.
Effetti che definirei energetici, perché il cibo non è solo materia organica e fisica ma anche energetica e sottile. Questo ha a che fare con la meditazione, ma ha le sue radici nella concretissima biochimica del funzionamento del nostro organismo.
Noi siamo molecole ed energia.
Ad un livello microscopico.
Molecole ed energia che sono i mattoni sui quali si costruiscono cellule e tessuti. Organi ed apparati.
Siamo, in un parola, modellati su uno "stampo" infintesimale ed energetico che il cibo che assumiamo ha, in larga parte, il compito di sostenere, modificare e nutrire.
Perché questo accada il cibo deve essere sminuzzato e triturato in parti piccolissime dal nostro  apparato boccale, in prima istanza, e poi dallo stomaco e dal primo tratto dell'intestino tenue.
Questo permette alle molecole "intrappolate" nel cibo di rendersi disponibili per l'uso.
Le molecole sono anche energia e l'energia, contenuta nel cibo e liberata con una buona e prolungata masticazione, è in grado di agire a diversi livelli.
Oltre ad essere usata per le reazioni biochimiche essa entra a far parte anche del nostro campo energetico, conosciuto fin dall'antichità, e che la scienza odierna indentifica come un campo elettromagnetico che ogni essere vivente, in quanto tale, presenta e irradia.
Campo responsabile del nostro benessere fisico, emotivo, psicologico e spirituale.

Appare quindi chiaro che se ci concediamo tutto il tempo necessario per dedicarci al nutrimento e al cibo che abbiamo di fronte, se mastichiamo bene e con calma, sminuzzando il più possibile il cibo che ingeriamo, se lasciamo al nostro organismo tutto il tempo che gli serve per ricevere ed assimilare gli alimenti che gli forniamo, ne guadagneremo sia in salute fisica che psicologica e spirituale.


Facciamo in modo che ogni pasto sia consumato con il tempo che occorre. Senza fretta. Riducendo per quanto possibile l'ansia degli impegni del poi.
Sediamoci comodi, davanti ad una tavola apparecchiata con un po' di attenzione e cura, per far godere anche la vista e per darci sensazioni buone e positive.
Se mangiamo fuori, cerchiamo il più possibile di metterci a nostro agio, in un ambiente confortevole e accogliente.
Ricerchiamo la lentezza partendo anche dai gesti. Ascoltiamoci mentre mangiamo e osserviamo ogni particolare di quello che abbiamo nel piatto, delle sensazioni che ci da, se è salato o dolce, aspro o amaro, ascoltiamo i sapori e la consistenza. Facciamo ogni tanto dei lunghi respiri, perché più ossigeno immagazziniamo e meglio sarà metabolizzato quello che mangiamo.

Ascoltiamo i nostri stati d'animo, poi, quando ci sediamo a tavola.
Come arrivamo?
Arrabbiati, nervosi, sereni, tristi, riposati, stanchi ecc....?
Ciascuno di questi diversi stati d'animo influenzerà in qualche modo il nostro pranzo e se ci alleniamo a diventarne consapevoli, impareremo a comprendere sempre meglio come e perché.

Io la chiamo "la meditazione del cibo".
Mangiare è anche meditazione.
Nel senso che io do a questa parola che è:
rallentare, fermarsi, ascoltare, tornare all'interno di noi (siamo sempre, troppo, proiettati all'esterno e perdiamo contatto con il nostro mondo interiore).

Questo apre, come ogni forma di meditazione e introspezione, nuove vie di conoscenza e di scoperta.
Che mai avremmo pensato.

Provare per credere.

martedì 12 marzo 2013

Salute: Asl Milano a medici, prescrivete dieta vegana ai diabetici


Milano, 7 mar. (Adnkronos Salute) – "Hai il diabete? Diventa vegano". A breve questo potrebbe essere lo stralcio di una conversazione medico-paziente a Milano. Perché la nuova linea suggerita dall'Asl del capoluogo lombardo ai camici bianchi, sulla base degli ultimi studi in materia, è proprio quella di prescrivere una svolta alimentare a chi combatte con il diabete di tipo 2. Una svolta che porta all'addio alle carni. "Dieta vegana, oppure mediterranea correttamente impostata, attività fisica, cessazione dal fumo". Ecco le prime 'terapie' da indicare ai pazienti, secondo quanto viene riportato in un documento "destinato a 1.100 medici di medicina generale della metropoli e a specialisti in forze negli ospedali", spiega Alberto Donzelli, direttore del Servizio educazione all'appropriatezza dell'Asl di Milano, anima del progetto.
Per approfondire: http://www.adnkronos.com/IGN/Daily_Life/Benessere/?id=3.1.4256700116

Ricetta: Muffins di grano saraceno.






Il grano saraceno è un cereale forse poco conosciuto e usato. E' un peccato perché ha moltissime virtù e proprietà nutrizionali ottime. E' ricco in vitamine del gruppo B, che sono molto importanti per tutti ma soprattutto per vegetariani e vegani i quali hanno sempre bisogno di mantenere un buon livello di queste sostanze vitali, seguendo una alimentazione che esclude molti alimenti ricchi in vitamine del complesso B, di sali minerali (tra i quali spiccano ferro e magnesio) e di proteine nobili il cui valore nutrizionale non ha nulla da invidiare a quelle della soia e della carne. Sembra, inoltre, che, oltre a costituire un cibo protettivo nei confronti del rischio vascolare, sia molto promettente nel coadiuvare la regolarizzazione della glicemia e quindi particolarmente interessante per i soggetti affetti da diabete di tipo 2, grazie a una sostanza in esso contenuta, il chinositolo.
Il grano saraceno è anche rinfrescante, diuretico e rivitalizzante. E' molto indicato, visto il suo valore nutrizionale, nelle convalescenze e negli stati di "deperimento" organico.
E' privo di glutine e quindi utilizzabile dai celiaci e da chi è allergico, o intollerante, con tranquillità.
Si presta a molte preparazioni, salate e dolci. si può trovare in commercio come cereale in seme, o come farina. Oggi ve lo propongo come ingrediente di una ricetta dolce, ottima come prima colazione: i muffins di grano saraceno con nocciole e cioccolato.
Ecco gli ingredienti che occorrono:

150 gr di nocciole tritate
250 gr di farina di grano saraceno
3 uova
250 gr di ricotta
150 gr di zucchero
1 bustina di lievito
100 gr di cioccolato fondente

 
Una volta tritate le nocciole mescolate tutti gli ingredienti tranne il cioccolato, tritato grossolanamente, che metterete per ultimo. Mettere l'impasto, ben amalgamato, negli stampini per muffin o nelle pirottine di carta. Disponete sulla placca del forno e fate cuocere a 180°C per 30 minuti circa.
Si conservano, in un contenitore chiuso, per parecchi giorni e mantengono intatta la loro freschezza.

 
Vi lascio un esempio di come, con questi dolcetti, sarebbe possibile allestire una buona, e sana, colazione:
 
1 tazza di caffè/orzo/thè/tisana o un bicchiere di succo di frutta (quello che preferite e siete soliti bere, possibilmente non zuccherati, fate attenzione a quello che riporta la confezione, quando acquistate i succhi di frutta)
2 muffin al grano saraceno
1 frutto a scelta
1 yogurt (possibilmente bianco, senza frutta o aromi aggiunti...la frutta meglio metterla poi, se proprio ne abbiamo voglia...il frutto che abbiamo scelto può essere spezzettato nello yogurt e sarà sicuramente gustosissimo!)

 
Dico sempre, poi, che sarebbe una buona abitudine mangiare, tutte le mattine, una manciata di frutta secca a scelta (noci, nocciole, mandorle, arachidi ecc...) ricca di antiossidanti e acidi grassi omega 3 e 6. Ma in questo caso abbiamo già le nocciole nei muffins. Ci avantaggiamo!