Eccoci qua.
Innanzitutto facciamo chiarezza su cosa si intende per "gruppo alimentare dei carboidrati".
Vengono definiti in questo modo:
tutti i cereali (frumento, orzo, mais, farro, kamut, riso, miglio ecc...) in seme, tutta la pasta, qualsiasi sia il cereale di base utilizzato per la sua produzione, tutti i tipi di pane, azzimo o lievitato, la pizza, le focacce, le fette biscottate, i biscotti e tutte le preparazioni salate o dolciarie a base di farina di cereali. Ovviamente rientrano nella categoria dei "carboidrati" anche zuppe di cereali e di cereali e legumi. Senza dimenticare gli utilizzatissimi, ormai, cereali da colazione: muesli, fiocchi di cereali e cereali soffiati di varia natura.
Menzione speciale alle patate che sono un tubero ma che sono ricche in carboidrati e dunque rientrano a pieno titolo in questa categoria, ma le citiamo soltanto, per dovere di precisione. Le patate infatti, non esistono che in una sola forma e non possiamo fare distinzioni tra "integrali" e "raffinate"!
Cosa vuol dire che è meglio non consumare carboidrati raffinati?
Ogni volta che ci troviamo di fronte a cereali in seme, farine, paste e prodotti di derivazione (pizza, focacce, pane, fette biscottate ecc...) che hanno un colore molto chiaro, siamo di fronte a prodotti che sono stati sottoposti a un processo di raffinazione.
Il processo di raffinazione priva il chicco del cereale (dal quale si ottengono poi i derivati di farina, pasta, pane, pizza ecc...) della sua parte più esterna. Rimane la parte centrale del seme, "il chicco", che è ricco di proteine e amidi.
Nella parte esterna del seme, però, che è in genere più scura, rispetto al cuore del chicco che è più chiaro, sono contenute preziose vitamine, sostanze fitochimiche e fibre.
Oltre ad altre categorie di proteine meno "appariscenti" ma indubbiamente utili al nostro benessere.
La raffinazione, dunque, elimina molte sostanze benefiche e nutrienti.
Quello che rimane è un prodotto forse più gradevole esteticamente, ma molto impoverito dal punto di vista nutrizionale.
Esiste poi un'altro problema derivante dalla raffinazione
Vediamolo con calma.
Indice Glicemico e Carico Glicemico.
Quando si tratta di Carboidrati si sente spesso del famigerato "indice glicemico".
L'indice glicemico è un valore numerico che definisce quanto, quel determinato alimento, è in grado di innalzare i livelli di glicemia nel nostro sangue.
I livelli di glicemia indicano quanto glucosio sta circolando nel nostro organismo in quel momento. I carboidrati, in quanto zuccheri complessi (cioè fatti da più molecole di zuccheri/glucosio "in fila") sono in grado di fornire glucosio all'organismo e quindi di innalzare la sua concentrazione nel sangue.
Livelli troppo alti di glicemia possono provocare scompensi metabolici, insulino resistenza, obesità e tutta una serie di altre problematiche che, magari, affronteremo in altri articoli.
Ci basti, per ora, sapere che in una buona e corretta alimentazione i livelli di glicemia, a digiuno, devono rimanere il più possibile entro il loro normale e fisiologico range (che va da 65 a 110 mg/dl). Valori di glicemia a digiuno, oltre i 110 mg/dl indicano che qualcosa non va.
La glicemia invece tende a salire un pochino in modo "ciclico e regolare" dopo ogni pasto. Per poi ridiscendere al valore basale entro un tempo ragionevole. Ma più si alza repentinamente e più questa cosa viene ripetuta nell'arco di una giornata, più fatica si farà a far rientrare i valori della glicemia a un livello normale. Tutto deve essere modulato finemente.
I livelli di glicemia non devono poi scendere neppure sotto i 65 mg/dl e quando questo succede si parla di crisi ipoglicemiche, altrettanto dannose per il nostro organismo, in particolare per il cervello.
Una certa quota di zuccheri ci serve!I livelli di glicemia non devono poi scendere neppure sotto i 65 mg/dl e quando questo succede si parla di crisi ipoglicemiche, altrettanto dannose per il nostro organismo, in particolare per il cervello.
Come sempre è una questione di "equilibrio".
A questo riguardo, si dice, che una alimentazione equilibrata debba essere fatta da alimenti che abbiano un indice glicemico basso o comunque non troppo elevato.
....e qui occorre fermarsi. E ragionare.
Perché chi ci racconta questa cosa non sa e/o rimuove il fatto che non solo diversi alimenti hanno diverso indice glicemico, ma anche che: diversi alimenti hanno diverso contenuto in fibre!
Ecco allora che io , e moltissimi altri specialisti nel campo della nutrizione forse anche più bravi ed esperiti di me, vi invitiamo a considerare non più "l'indice glicemico" di per se stesso, ma il carico glicemico.
Il carico glicemico è un valore numerico che definisce quanto, quel determinato alimento, è in grado di innalzare i livelli di glicemia nel nostro sangue, in rapporto al suo contenuto in fibre.
Volendo utilizzare una formuletta matematica (che fa sempre colpo! ;) ) potrebbe essere questa:
CG = IG - CF
dove
CG è il Carico Glicemico.
IG è l'Indice Glicemico
CF è il contenuto in fibre.
Si capisce allora molto semplicemente che maggiore è il contenuto il fibre, minore sarà il carico glicemico dell'alimento che sto per ingerire.
Detto in altro modo: più è alto il contenuto in fibre, minore sarà l'effetto dell'indice glicemico di quell'alimento!
Detto ancora in modo più semplice: cereali integrali, pane, pasta, pizza integrali e tutti i preparati che ne derivano rilasciano molto lentamente gli zuccheri che contengono e fanno dunque risalire molto lentamente, e non oltre il dovuto, i valori di glicemia nel nostro sangue.
Paradossalmente, in quest'ottica, è più elevato il carico glicemico di un piatto di pasta di frumento raffinato rispetto a una manciata di fichi secchi!
Il primo (la pasta raffinata) è stata privata completamente del suo contenuto in fibre.
La seconda (la manciata di fichi secchi) è molto zuccherina ma ha, per contro, un elevato contenuto in fibre che "tamponano" il contenuto in zuccheri!
Ecco dunque due validissimi motivi per prediligere carboidrati integrali e non raffinati, SEMPRE!
Pasta integrale, riso integrale, tutti i cereali in seme integrali, laddove sia possibile, e tutte le preparazioni dolci o salate fatte a partire da farine integrali.
Queste sono miniere di salute e vitalità!
Ancor più lo sono in una società come la nostra dove si consuma già troppo zucchero...e zuccheri...in generale...
Ricordate: tutti gli alimenti raffinati
- hanno SEMPRE perso gran parte delle sostanze nutritive che caratterizzava il cereale di provenienza, in origine,
- hanno SEMPRE elevato carico glicemico
e dunque
- sono SEMPRE potenzialmente in grado di favorire obesità, malattie di vario genere e cardiovascolari, dismetabolismi, e, non ultimo: infammazione...
Valeva la pena, di fare questa riflessione, vero?
Buona Settimana.