venerdì 18 gennaio 2013

Il mondo vegetale: frutta, verdura, tuberi e legumi.

Eccoci ad un altra puntata riguardante la conoscenza di quello che mangiamo e degli  effetti che questo ha sul nostro organismo.
Dopo proteine di origine animale e zuccheri, parliamo di tutto quanto attiene al mondo vegetale e agli zuccheri, o carboidrati, complessi.

La richezza del mondo vegetale.







La natura è estremamente ricca, piena di vita, di cibo. Tutto quanto ha origine da un seme, che dall'oscurità e dal calore della terra, cresce bucando la superficie del nostro pianeta e dirigendosi a pieno vigore verso il sole e il cielo, ci apporta un nutrimento buono, di per se', per il corpo, per l'anima e per la mente.
Basta pensare a qualcosa di molto semplice, evidente, li davanti ai nostri occhi: qualcosa che cresce è vivo!
Se qualcuno di voi ha la fortuna di poter fare l'esperienza di un orto, si rende conto di questo ogni giorno.
Le piante del nostro giardino assorbono continuamente la luce del sole, l'acqua e i sali minerali del terreno, le sostanze nutritive che servono non solo di giorno in giorno, ma addirittura di ora in ora, di minuto in minuto, in continua sintonia con quello che succede attorno a loro, con le altre piante, gli insetti, le infinite minuscole forme di vita che popolano l'ambiente.
Un orto, anche piccolo, è un microcosmo perfettamente equilibriato, sintonico, quasi una sola entità in continua comunicazione tra le sue parti e con il tutto.
Già solo osservando questo, sia da un punto di vista prettamente materiale e biochimico (reazioni chimiche, assorbimento e cessione di energia, scambi ormonali e moltiplicazioni cellulari) che da un punto di vista più sottile (assorbimento del cosiddetto "prana" o energia dell'Universo che permea il nostro pianeta, assorbimento delle energie telluriche, interazione tra campi energetici delle singole piante e degli insetti, dei microrganismi e di ogni possibile forma di vita presente) siamo in grado di comprendere quanto un cibo di origine vegetale sia estremamente più ricco, nutriente e vitale di un cibo di origine animale (che è spesso ottenuto da animali morti e/o subisce numerose trasformazioni prima di finire sulla nostra tavola, dunque perde, molto spesso, tante delle sue caratteristiche originali e "naturali").

(Anche il cibo di origine vegetale può essere sottoposto a processi di raffinazione trasformazione, che possono compromettere le caratteristiche di origine e far perdere molti nutrienti e componenti preziosi. Per questo nutrizionisti e studiosi della alimentazione sono soliti consigliare di consumare cibi il più possibile vicini al loro stato naturale. Vedremo quanto questo risulta importante quando si parla di carboidrati complessi)

Se poi andiamo studiare la letteratura scientifica, ci rendiamo conto che esiste un motivo in più per preferire, nella nostra alimentazione, alimenti di origine vegetale.
Questo motivo fa riferimento a una caratteristica del nostro organismo che è quella di riuscire a mantenere costate il pH del sangue e dei tessuti. Il valore di questo indice, che quando è basso indica una acidità maggiore, mentre quando è alto indica una situazione opposta all'acidità che è definita alcalinità, deve restare nel range considerato di equilibrio per il nostro sangue e per i tessuti del nostro organismo, che è intorno a 7.
L'alimentazione è uno dei principali fattori in grado di spostare il valore del pH endogeno e tutti i cibi che ingeriamo possono essere classificati in base al loro "potere" acidificante (i valori del pH si spostano verso l'acidità) o alcalinizzate (i valori di pH si alzano).
Chiariamo che parlare di potere acidificante o alcanizzante non fa riferimento a cibi acidi o meno acidi come per esempio un limone che è più acido di un bicchiere di latte, ma di tutt'altro!
Stiamo cioè valutando come un determinato cibo, una volta ingerito, digerito e metabolizzato può influenzare il valore di pH del nostro organismo.
Paradossalmente, da questo punto di vista, il ragionamento si svolge al contrario: il bicchiere di latte è più acidificante di un limone!
Nella nostra alimentazione occorre prediligere cibi alcalinizzanti. Vediamo di capire perché.
Uno spostamento del pH endogeno verso valori di acidità mobilita un sistema tampone tipico del nostro organismo, il quale riporta il pH entro valori accettabili ma che fa capo a vie metaboliche in grado di recuperare sali minerali, vitamine e ioni alcalinizzanti che il nostro organismo ha precedentemente accumulato come depositi tissutali quali, ad esempio, e tipicamente, le ossa (calcio).  Questo comporta, in presenza di una situazione di acidosi, la perdita di parte del calcio e della parte minerale delle ossa, con aumento del rischio di osteporosi. Accanto a questo si realizza una situazione di acidosi diffusa in tutto il corpo che provoca dismetabolismi e problemi infiammatori generalizzati.
I cibi alcalinizzanti, se introdotti con regolarità e in quantità maggiore rispetto ai cibi acidificanti, permettono al sistema tampone del nostro organismo di entrare in funzione, quando necessario, senza attingere alle scorte di minerali, calcio e vitamine accumulate nel nostro organismo. Questo perché i cibi alcalinizzanti sono naturalmente ricchi di vitamine, calcio e minerali!

Immagino che a questo punto avrete già capito quali possono essere i cibi alcalinizzanti, ma se non fosse cosi sono bel lieta di illuminarvi a riguardo.

Cibi alcanizzanti sono:

verdure, ortaggi, tuberi, legumi, frutta fresca, frutta secca e semi oleaginosi.
Tutto quanto la natura ci offre in abbondanza.

Cibi invece acidificanti e dunque "pericolosi" per la nostra salute se consumati in eccesso, sono:

- latte, latticini, carne di tutti i tipi, pesce, formaggi, uova e carboidrati soprattutto se raffinati.

Ancora una volta: prodotti di origine animale risultano sfavorire la nostra salute se consumati frequentemente, mentre il contrario avviene per alimenti di origine vegetale. Ancora una volta troviamo un messaggio chiaro a questo riguardo.
Vi faccio poi notare un paradosso.
Comunemente ci sente consigliare, anche da medici, di consumare grossi quantitativi di latte e latticini perché ritenuti fonte di abbondante calcio e protezione contro l'osteoporosi.
In verità, abbiamo appena visto che, essendo questi alimenti con potere acidificante, se consumati troppo frequentemente vanno ad intaccare le riserve di calcio endogene e a far, pian, piano, scomparire la massa ossea e quindi il calcio!
Come dire: osteoporosi assicurata!
Chiaro che occorre usare il buon senso. Nessun cibo, e lo dico e lo ripeto sempre, è dannoso e nocivo in se. Non sto dicendo di eliminare tutti i latticini dalla nostra alimentazione. E' evidente però che non bisogna abusarne, che la dieta deve essere il più possibile ricca e variata e che occorre sapere che a volte i messaggi che ci vengono inviati non sono molto chiari e affidabili.

Per indicare il potere acidificante o alcanizzante di un alimento, viene usato un indice che è il PRAL o Potential Renal Acid Load (Carico Acido Renale Potenziale).
Alimenti a PRAL (+) positivo, sono acidificanti
Alimenti a PRAL (-) negativo sono alcalinizzanti.

Un pasto equilibrato dovrebbe bilanciare correttamente alimenti a PRAL negativo con alimenti a PRAL positivo. Quindi, per fare un esempio:
- piatto di riso/pasta/cereali
- verdura/legumi
- frutta fresca e/o secca

Se poi riusciamo a fare un pasto interamente a PRAL negativo, quindi escludendo tutte le proteine di origine animale e tutti carboidrati, ogni tanto, sarebbe sicuramente un momento di depurazione che offriamo al nostro organismo, e un insieme di nutrienti benefici e salutari.
Un esempio potrebbe essere una bella insalatona dove mettiamo tutta la verdura che ci piace e di stagione, con qualche gheriglio di noce o qualche nocciola o pinoli o la frutta secca che più ci piace, e della frutta (la mela e la pera si prestano benissimo).
O ancora, un pasto a base di tofu accompagnato da tuberi o verdure di nostra preferenza, concluso con della frutta fresca e/o secca (una manciata di frutta secca al giorno, fa sempre bene in quanto ricca di grassi omega 3 e 6....parleremo più diffusamente in seguito di questi preziosi alleati per la salute).
Questo perché il tofu si ricava dalla soia, che è un legume ed è quindi a PRAL negativo (ed è uno dei motivi per cui amo molto questo alimento, riguardo al quale faremo sicuramente degli approfondimenti).

Insomma, teniamo presente tutto questo quando cerchiamo di combinare i pasti in modo salubre!

Per concludere la parte dedicata ai vegetali: essi sono anche ricchi di fitonutrienti che sono non solo utili ad avere un adeguato apporto di vitamine, sali minerali e proteine, ma anche ricchi di "messaggi" importanti per la regolazione del nostro metabolismo, che rimane cosi attivo e ben funzionante.
E' poi ormai più che dimostrato che i vegetali, grazie al contenuto in amidi e fibre, influenzano la concentrazione di triptofano, un amminoacido precursore della serotonina, un neurotrasmettitore responsabile del senso di benessere, rilassamento, calma, del comportamento pacifico, della gioia, della socievolezza e di tutto quanto attiene alla sfera dei comportamenti e delle emozioni positive.
Sembra poi che una alimentazione vegetariana sia anche in grado di innalzare le onde alfa, onde cerebrali responsabili del senso di benessere e della vigilanza che si sperimentano, spesso, in meditazione.

Dunque mille e una virtù dei vegetali!



Nella prossima "puntata" ci occuperemo dei carboidrati complessi e vedremo come debbano essere consumati in forma "grezza" e non raffinata, se è possibile.








sabato 5 gennaio 2013

Cosa fa un nutrizionista.

Buon Anno a tutti!

In questo periodo più di altri, ho avuto modo di trovarmi a rispondere a una domanda frequente:
"Cosa fa un nutrizionista? Cosa fai, tu? Come lavori?".
Cosi ho pensato di scrivere qualche riga in questo spazio, che aiuti me e voi a fare chiarezza a riguardo, in una fase storica e in un "calderone" di figure, nel campo dell'alimentazione, dove molte cose risultano spesso nebulose.

Innanzitutto: cosa non è un nutrizionista?
O meglio: un biologo nutrizionista? (come sono io).
Non è un medico, e quindi non prescrive farmaci ne fa diagnosi.
Non è un dietologo, e quindi non ragiona in termini di grammi e pesate del cibo.
Non è un naturopata, e quindi pur avendo la licenza di consigliare integratori e nutrienti che possano aiutare il paziente a ritrovare il suo benessere, non cura attraverso le erbe.

Il biologo nutrizionista è un laureato in scienze biologiche, che si è specializzato nel campo della alimentazione umana. E' regolarmente iscritto all'albo dei biologi e agisce in totale autonomia come libero professionista o in collaborazione con strutture che si occupano di benessere e nutrizione.
Il suo scopo principale è di educare le persone ad un rapporto con il cibo, e inevitabilmente con il proprio corpo, più consapevole, più sano, più rispettoso.
Questo è ciò che guida il mio lavoro.

Fare un percorso con me significa imparare a conoscere il proprio corpo, e come reagisce al cibo che viene ingerito. Imparare ad ascoltarsi. A capire quali cibi sono meglio di altri, per il proprio corpo e metabolismo, e perché. Come nel nostro rapporto con il cibo possono entrare in gioco mille fattori e aspetti di noi stessi, che esulano il puro aspetto fisico e metabolico, come emozioni, vissuti, stati d'animo ecc...
Siamo esseri complessi e multiformi.
Di solito, quando arriva un paziente, mi piace conoscere la persona che ho davanti. La sua storia, clinica e personale. Il suo modo di alimentarsi e le sue preferenze, per poter poi stilare insieme un programma, per quanto possibile personalizzato, di nutrizione.
Chi viene da me deve scordarsi concetti come calorie o grammi.
E' certamente importante sapere che esistono cibi più calorici di altri, ma quello che è ancora più importante e imparare a nutrirsi. Ormai è chiaro, anche scientificamente, che per ottenere uno stato nutrizionale il più possibile corretto per noi, non è più tanto necessario fare un discorso di quantità (ovviamente con un po' di buon senso, possiamo capire che è bene non consumare 1kg di pasta a pasto!) quanto di qualità.
Dobbiamo cioè imparare a capire COSA mettere nel piatto, più che quanto...

A volte poi, lungo il percorso, fatto insieme, ci si può accorgere di schemi di comportamento, di rapporti disfunzionali con il cibo, di "compulsioni" che meritano maggiore attenzione, lavoro su se stessi, e questo è sempre, per me, e per il paziente, un grande traguardo.
Trovo molto "nutriente" (!) il rendermi conto, e il mio paziente con me, che da un lavoro come il nostro, si riescano a cogliere ed incontrare nodi o sofferenze più o meno grandi che possono trovare adeguato spazio di espressione ed elaborazione nello studio di un/una psicoterapeuta, in un percorso di conoscenza di se stessi. Trovo molto importante la collaborazione con diverse figure specialistiche e quella del terapeuta è una delle più importanti.

Non faccio "discriminazioni" e accolgo qualsiasi tipologia di paziente. Anche chi ha scelto di diventare vegetariano o vegano, troverà rispetto e accoglienza. Ciascuno deve essere lasciato libero di fare le proprie scelte di vita, e non è detto che non si riesca, con gli opportuni accorgimenti, a rimanere in salute anche in situazioni di "esclusione" di alcuni cibi.
Del resto oggi abbiamo mille mila strumenti a disposizione. Non è più cosi difficile "giostrarsi" con alimenti di diverso tipo in modo da avere un apporto adeguato di nutrienti.
Richiede qualche attenzione in più. Certamente. Ma è non solo fattibile: anche estremamente interessante, dal mio punto vista. Vegetariani e Vegani sono "i pionieri" di una alimentazione più sostenibile e salutare. Uno terreno fertile di sperimentazione e nuove acquisizioni.

Spero di avere fornito informazioni utili e comprensibili.
Se posso chiarire ulteriormente eventuali dubbi o incertezze, sono qui.